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Immagine del redattoreAss. Tramoontana

OSMOSIS: QUANDO L'ANIMA GEMELLA SI TROVA IN LABORATORIO


(...teaser…)


Trovare l’anima gemella è stato, da Platone in poi, uno dei dilemmi più grandi per l’uomo. Per alcuni potrebbe essere semplice pensare di averla trovata, ma fino a che punto saremmo disposti a scommettere che la persona che amiamo sia davvero la nostra anima gemella? E se ci fosse qualcun altro che non ha i difetti che non ci piacciono, se avesse uno o più difetti considerati tali ma che noi amiamo, come la r moscia o il vizio di fumare? Saremmo disposti a scommettere sui nostri sentimenti, fugaci e selvaggi, lasciandoci sfuggire l’opportunità della sicurezza?


 

(...zoom…)

Il beta test di Osmosis è pronto. Esther e Paul sono emozionati di far provare il loro prodotto a dodici persone in carne ed ossa. Cosa potrebbe andare storto?

Paul è concentrato, vigile e sicuro di sé: Osmosis offre tranquillità, fiducia, certezza. Un’osmosi emozionale con la perfetta anima gemella, scelta in base ai nostri impulsi, alle nostre emozioni e ai nostri bisogni, cucita su di noi, partorita dalla nostra mente a nostra insaputa. La tecnologia che si sostituisce all’uomo con Osmosis è possibile e a portata di tutti.

Esther è una neuroscienziata che ha inventato Osmosis (questo aspetto viene un po’ tralasciato: è lei che lo ha effettivamente inventato invece Paul la aiuta). Il suo personaggio è oscuro, ermetico, si scopre un po’ alla volta man mano che viene raccontata la sua storia. Il suo lavoro ad Osmosis è quello di creare la versione finale da lanciare sul mercato.

Un piccolo ostacolo separa Esther e Paul dal loro obiettivo: Osmosis, proprio come un farmaco, ha bisogno della sperimentazione e per questa si offrono dodici volontari, i beta test, che cercano disperatamente aiuto; sono scelti da Billie in base alla loro stabilità emozionale e fisica. Così scopriamo i protagonisti della serie: Martin, su tutti, è l’intelligenza artificiale con cui ognuno ha a che fare (prima di tutti Esther) ed è lui stesso a spiegare il perché: con una macchina è più facile essere sinceri nei questionari in quanto la si avverte come imparziale e esente da giudizi; Niels, Lucas, Ana, sono i più presenti sullo schermo, perché hanno qualcosa che a Esther può servire per riprodurre un miracolo tecnologico già sperimentato, già provato, già funzionante.


(...panoramica…)


La narrazione si dipana man mano che le puntate volgono al termine, ma possiamo già intuire dall’episodio pilot che le storie principali da seguire sono due (insieme alle altre dei singoli) e sarà necessario arrivare alla fine per poterle finalmente collegare ogni sottotrama e comprendere tutta la storia.

Potrebbe sembrare una serie che continua idealmente il concetto di Hang the Dj, il famoso episodio di Black Mirror in cui si testa un’app per incontri in un futuro non molto lontano, ma Osmosis è più di una copia sfocata della serie distopica per eccellenza: in essa la tecnologia è uno strumento, non il motore di tutto. Ci sono le persone al centro del progetto, le loro sensazioni e le loro emozioni – almeno dal punto di vista fisico e chimico, ma l’amore non è mai solo chimica.

La serie francese creata da Audrey Fouché è disponibile sulla piattaforma Netflix dal 29 marzo 2019. Ha ricevuto varie critiche per la velocità della narrazione, ma comunque non mancano anche le recensioni positive: su Rotten Tomatoes ha addirittura un punteggio di 100% nell’Average Tomatometer, mentre gli utenti l’hanno giudicata buona per il 73%. Con i suoi otto episodi è considerata una miniserie, un lungo film che esplora ogni possibile esito dell’esperimento dell’uomosull’uomo che sfrutta se stesso per superarsi. Si tratta pur sempre di uomini, però, e in quanto tali non si possono considerare senza i loro sentimenti e l’impulsività che spesso spingono a gesti inconsueti, che nessuna macchina potrebbe prevedere.


 

(...cliffhangher…)


Osmosis è l’emblema dell’umanità e ci grida che sì, la sicurezza è sempre piacevole e ogni certezza in più che possiamo avere è vitale, ma tutto questo porta a ledere la bellezza dei sentimenti che necessitano la follia per poter vivere ed alimentarsi.

La serie sembra essere la rappresentazione visiva del titanismo alfieriano: gli uomini che sono sicuri di sé, provano a dimostrarsi in grado di superare ogni ostacolo tramite ciò che hanno e la risposta è nella letteratura.


Autore

 

Giulia Spada


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